Dal 16 al 22 agosto rimaniamo bloccati a Osh nell’attesa che la macchina venga riparata. Non succedono molte cose, ecco un breve elenco di quelle di maggior interesse:
– visitiamo il bazar.
Sezione frutta e verdura:
Macelleria: (sconsigliata ai deboli di stomaco, soprattutto per il puzzo incredibile)
Reparto varie ed eventuali:
Spezie e altri generi di conforto:
La pittoresca porta di uscita:
Alberto che sembra un gigante vicino a una vecchina:
– incontriamo e ceniamo con un team australiano chiamato “4 and ½ men” in un ristorante che dovrebbe ricreare l’ambiente di una cascina di caccia zarista. Ordiniamo più o meno a caso e a due di loro arriva un piatto enorme con una trentina di salsicce. Ne mangiano circa 20 a testa prima di abbandonare l’impresa distrutti.
– facciamo spese ciccione a base di gelato, brioche, merendine, torte e bibite gasate e poi mangiamo tutto davanti a serie tv e a filmacci. Tanto per dirne due: Spaced (entrambe le stagioni) e 22 Jump Street.
– ho trovato e raccolto dei libri russi da un bidone della spazzatura. Tra di questi c’è la biografia di Platini.
– andiamo ogni giorno dal meccanico a controllare lo stato di avanzamento dei lavori. Facciamo risaldare tutto il motore, cambiare il generatore d’impulso (facendolo arrivare dal cuore della Russia), ricostruire le crociere andate distrutte sul Pamir, riattaccare la trasmissione, risaldare la marmitta, riparare le perdite d’aria dai cerchioni e sistemare le sospensioni. Non riusciamo a farci montare la slitta sotto il motore perché la macchina è troppo bassa e toccherebbe per terra.
– mangiamo tantissimo. I nostri ristoranti preferiti sono: il Caffè California, dove fanno delle pizze giganti, la cascina dello zar, dove si mangia carne a volontà, il Bridge, un pub della mala russa (nella foto sotto) e una discoteca della borghesia oshiana chiamata Izium in cui, grazie al cambio favorevole, facciamo i gran signori mangiando in un tavolo a bordo pista e offrendo bibite a tutte le ragazze che ci passano a portata di fischio.
– visitiamo i molti monumenti sovietici.
– ci accorgiamo che ad Alberto è scaduto il visto russo e cerchiamo un modo per rinnovarlo. In agenzia di viaggio non riescono ad aiutarci così andiamo al consolato e lo troviamo chiuso. Decidiamo quindi di provare a ottenerlo nella prossima città, sede di un’ambasciata.
– passiamo i pomeriggi a chiacchierare con gli altri ospiti della pensione.