La missione è sorprendentemente semplice da spiegare: si prende la peggior macchina possibile, preferibilmente con almeno dieci anni di onorata carriera alle spalle e meno di mille centimetri cubici di cilindrata, e si parte in direzione Est, evitando le autostrade e ogni sorta di comodità, sperando di arrivare a Ulaan Baator. E questo succede ogni estate da una decina di anni, nonostante i frequenti incidenti e le occasionali morti. È un’organizzazione chiamata The Adventurists, con sede nella vecchia Albione, che annualmente “organizza” questa gita allo scopo di raccogliere fondi per delle organizzazioni di beneficenza. Infatti, per partecipare, bisogna racimolare almeno 1’000 sterline da devolvere in beneficenza; 500 da destinare all’ente Cool Earth, scelto dall’organizzazione, e le restanti liberamente devolvibili a un’organizzazione a scelta, nel nostro caso FOGUNI Burkina Faso ONLUS. Queste sono le regole. Il resto è rimesso alla fantasia e al sadismo di ognuno degli oltre 200 partecipanti. All’edizione del 2014 quindi parteciperemo anche noi. Per ora siamo tre giovani valdostani ai quali, verosimilmente, si aggiungeranno altri intrepidi avventurieri e probabilmente partiremo con una piccola carovana di macchine imbarazzanti. Il percorso di massima che abbiamo immaginato prevede di attraversare l’Italia, la Svizzera, la Germania, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ucraina, la Russia, il Kazakhistan, l’Uzbekistan, il Kyrgyzstan e la Mongolia. Sentitevi tuttavia liberi di mandarci suggerimenti per deviazioni o percorsi alternativi. Questo tragitto di oltre 12’000 chilometri ci impegnerà per una ventina di giorni a cavallo di luglio e agosto 2014. E, siccome da quest’anno hanno sensibilmente aumentato le tasse di importazione delle auto in Mongolia, non sarà più possibile mettere all’asta per beneficenza le macchine utilizzate per il rally sul luogo, ma dovranno essere riportate in Europa. Quindi, se non si deciderà di rispedirle al punto di partenza e di tornare con mezzi di trasporto più veloci, si profila all’orizzonte anche un viaggio di ritorno, per un totale di quasi 25’000chilometri, ovvero più del 60% della circonferenza terrestre. Per la buona riuscita di questa impresa però ci servono anche degli aiuti esterni. Innanzitutto per le donazioni a sostegno delle associazioni di beneficenza, che poi è il fine ultimo di tutto questo, ma anche per sponsorizzazioni che ci aiutino a coprire i costi necessari.