La sveglia suona alle sette. Ci trasciniamo in cucina dove chiediamo la colazione quindi andiamo a preparare i bagagli. Mangiamo e poi aspettiamo il meccanico che dovrebbe venire a prenderci. Alle otto e mezza finalmente arriva e ci accompagna dal proprietario del camion che ci trasporterà a Osh. Scopriamo che hanno caricato la macchina durante la notte così per le nove siamo pronti a partire. La mattinata scorre lentamente sulle strade dell’altipiano del Pamir; in lontananza si vede la Cina ma il paesaggio rimane molto monotono.
All’ora di pranzo ci fermiamo a Karakol tuttavia non mangiamo nulla perché il negozio è chiuso. Verso le due del pomeriggio arriviamo al confine tra Tajikistan e Kirghizistan. Alla prima frontiera incontriamo un team che ha rotto il cambio e sta aspettando il pezzo di ricambio da Osh. Superiamo i controlli abbastanza agevolmente e ci dirigiamo, nella terra di nessuno, verso il secondo posto di blocco. Qui abbiamo qualche difficoltà a capire se ci serva o meno la declarazia ma, alla fine, ci fanno passare.
A destra si può vedere l'autista che paga delle mazzette alla polizia.
L'autista che prende acqua per raffreddare il camion.
Nel tragitto verso la destinazione inizia a piovere e siamo costretti a rallentare in quanto il camion non ha i tergicristalli. L’autista ci chiede se vogliamo fermarci per mangiare qualcosa ma noi rispondiamo che vogliamo andare a Osh senza fermarci. Arriviamo, dopo altre sei o sette ore di guida, che è ormai notte. Dopo aver parcheggiato il camion al posteggio dei tir, il cugino dell’autista ci accompagna in ostello. Qui incontriamo gli italiani del team Rust & Dust con cui andiamo a mangiare spiedini di polpette. Torniamo in ostello e ci addormentiamo subito.